
Marmellata di arance
La marmellata di arance è una composta di arance dal…
Il lonzino di fico è un preparato della tradizione povera contadina: mandorle, piccoli pezzi di noce e semi di anice stellato mischiati a fichi secchi, compattati e avvolti in foglie di fico.
Marche
Zona dei Castelli di Jesi - media Vallesina (provincia di Ancona).
Il lonzino si presenta alla vista come un impasto fine di fichi secchi macinati, con presenza di mandorle e noci. Al naso si fa notare subito la frutta matura con una nota avvolgente di anice. Al palato deve risultare morbido e armonico.
I fichi vengono fatti seccare dopo il raccolto di fine estate e impastati agli altri ingredienti della tradizione povera contadina: mandorle, noce a piccoli pezzi e semi di anice stellato; successivamente vengono avvolti in foglie di fico e prendono così la forma di “lonze” o “lonzini”. Appaiono di un colore marrone dorato, compatti e solidi, e sono ottimi tagliati a fettine non troppo sottili.
Se servito con la sapa (mosto di uva), viene risaltata al meglio la sua dolcezza complessiva con note di caramello. I fichi sono raccolti ed essiccati da agosto a settembre, ma il lonzino può essere reperito tutto l’anno.
I fichi sono i Dottati oppure i Brogiotti, seccati dopo l’abbondante raccolto di fine settembre, amalgamati con mandorle, piccoli pezzi di noce e semi di anice stellato. Talvolta impastati con un poco di sapa (mosto di uva sobbollito a lungo) o mistrà (liquore ottenuto dalla macerazione di frutti di anice nell’alcol) e avvolti in foglie di fico, diventano “lonze” o “lonzini”.
Risulta ottimo abbinato a un formaggio non molle, mediamente stagionato, e a un calice di vino passito.
Oggi sono confezionati anche sottovuoto perché si mantengano freschi tutto l’anno.
Un tempo nelle campagne marchigiane, in particolare nella Vallesina, si coltivavano fichi in abbondanza e maturavano tutti insieme poco prima della vendemmia. I contadini si davano un gran daffare per conservarli in mille modi e proprio così nacquero i salamotti dolci di fichi. Legati con un filo di spago o di lana duravano tutto l’inverno, fino a primavera, accompagnando le merende dei ragazzini e i fine pasto delle feste.